domenica 4 ottobre 2009

CATULLO - CARME 15

CARME 15
Commendo tibi me ac meos amores, Aureli. veniam peto pudentem, ut, si quicquam animo tuo cupisti, quod castum expeteres et integellum, conserves puerum mihi pudice, non dico a populo-- nihil veremur istos, qui in platea modo huc modo illuc in re praetereunt sua occupati-- verum a te metuo tuoque pene infesto pueris bonis malisque. quem tu qua lubet, ut lubet moveto quantum vis, ubi erit foris paratum: hunc unum excipio, ut puto, pudenter. quod si te mala mens furorque vecors in tantam impulerit, sceleste, culpam, ut nostrum insidiis caput lacessas. a tum te miserum malique fati! quem attractis pedibus patente porta percurrent raphanique mugilesque.

TRADUZIONE
Raccomando a te me ed i miei amori, Aurelio. Chiedo un favore riservato, che, se hai adocchiato qualcosa col tuo cuore, e la vorresti casta ed interrotta, mi salvaguardassi pudicamente il ragazzo, non dico dal popolo - per nulla temiamo quelli, che in piazza ora qua ora là passano occupati in loro faccende - ma temo da parte tua e del tuo pene nefasto per ragazzi buoni e cattivi. Tu maneggia chi ti piace, dove ti piace, quanto vuoi, fuori, quando sarà pronto: questo solo accolgo, come credo, riservatamente. Che se una brutta intenzione ed un furore pazzo ti spingerà a sì grave colpa, disgraziato, da aggredire con insidie la nostra testa… oh allora povero te, per il misero destino! E te, aperta la porta e legati i piedi, ti attraverseranno ravanelli e cefali.

Nessun commento:

Posta un commento